Il Carparo è una pietra salentina calcarenitica. Il suo aspetto granuloso deriva dalla cementazione di sedimenti di roccia calcarea, in ambiente marino.
A differenza della pietra leccese, infatti, il carparo viene estratto nelle zone costiere del Salento.
Prima fra tutte la città di Gallipoli, dove esistono le cave di Carparo più antiche e più grandi, ma soprattutto dalle quali ne proviene la qualità più pregiata.
É proprio in quest’area, denominata Mater Gratiae che viene estratto il materiale utilizzato da Giorgio Angelè Arenarie . Tutto il materiale viene estratto per realizzare tutti i prodotti in questo materiale in vendita in questo sito.
Questa pietra viene generalmente chiamata tufo / tufo calcareo. Questa pietra calcarea si trova per lo più nella zona meridionale del Salento, estratta in profonde cave presenti nel territorio di carparo Alezio, Ugento, Gallipoli.
Il carparo leccese è formato da vari tipologie di materiali, che gli conferiscono diverse concentrazioni cromatiche, pertanto non è mai omogeneo.
Il Carparo per rivestimenti
La pietra Carparo è molto assorbente e presenta una grana grossolana che gli dà un aspetto più d’insieme e rustico. Tuttavia senza la possibilità di una lavorazione minuziosa, come nel caso della pietra leccese.
Il carparo pietra leccese, è più duro e resistente, tanto che la lavorazione può avvenire mediante l’ausilio di scalpello e ascia.
Proprio grazie alla sua resistenza, il rivestimento in carparo viene usato nelle facciate esterne degli edifici. Pietra usata soprattutto per quelli vicino al mare e quindi esposti all’azione corrosiva della salsedine.
Questa pietra salentina diventa ancora più affascinante quando, nel tempo, assume un colore grigiastro, dovuto alla diffusione di licheni e efflorescenze sulla sua superficie. Tutto questo gli conferiscono agli edifici una connotazione anticata di grande bellezza.
Nel campo edilizio, il carparo è stato molto usato per la costruzione delle “liame”, piccoli edifici rurali tipici del Salento, simili alle pajare o ai trulli.
Le volte leccesi di queste semplici casette rettangolari o quadrangolari, costruite mediante l’abile incastro e sovrapposizione di pietre, venivano ricoperte di Carparo e pietre tufacee. Tutto questo le rendevano più resistenti.
Composizione del Carparo
Come tutti i materiali 100% naturali, il Carparo non presenta un aspetto completamente omogeneo.
Tuttavia può variare granulometria e sfumatura cromatica a seconda della maggiore o minore concentrazione delle sue componenti chimiche e ai differenti punti di estrazione ( carparo rosso ) .
Data la sua composizione, quindi, eventuali difformità di intensità, di colore, di tonalità. Inoltre presenta caratteristiche visive irregolari, rappresentano un pregio ed una particolarità, in quanto un’assoluta uniformità della pietra sarebbe impossibile da raggiungere.
Di frequente capita di trovare sedimentati nella pietra anche fossili o parti di esse. Questa caratteristica che dona ancora più pregio al prodotto, che ne garantisce l’assoluta genuinità e provenienza naturale.
Dove si trova il carparo e come viene impiegato
Il carparo è utilizzato nell’ architettura al pari della pietra leccese.
Questa arenaria, vede il suo splendore in epoca Barocca, quando vennero realizzate le facciate di moltissime chiese.
Numerosi edifici storici vengono realizzati in carparo, plasmato e modellato a formare ricchissime decorazioni. Il carparo è stato usato anche come rivestimento di pareti e facciate di chiese, come la Chiesa di Alessano e la Cattedrale di Sant’Agata di Gallipoli.
Entrambe le pietre sono utilizzate, anche nell’edilizia e in architettura, per realizzare elementi decorativi, finiture, rivestimenti, pavimentazioni, oggettistica, ma anche complementi d’arredo.
Non solo dunque piccoli elementi di arredo, ma intere abitazioni realizzati in pietra leccese, che si armonizzano perfettamente col territorio e con la natura circostanze.