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”Simbolo di bellezza e prosperità” disse un giorno il conduttore televisivo Gianni Ippoliti, riferendosi a Manuela Arcuri. Come queste parole siano poi diventate d’ispirazione per l’amministrazione comunale di Porto Cesareo, non si è mai capito.
Proviamo a fare il punto della situazione, nei primi anni 2000 a un artigiano locale è stata commissionata un’opera a grandezza naturale (circa 1,75m) raffigurante l’attrice italiana, mentre stringe tra le braccia una cornucopia piena di pesci.
Scolpita in pietra leccese, una roccia locale di origine calcarea famosa per essere diventata simbolo del Barocco, voleva rappresentare un’ipotetica moglie del pescatore.
Probabilmente l’amministrazione dell’epoca, avrà pensato che una statua insolita avrebbe portato una maggior affluenza di turisti nel piccolo comune salentino, ed effettivamente così è stato.
Però, prendendo come esempio l’ideale di bellezza del Barocco leccese, ricco di decorazioni floreali, fregi, forti contrasti di luce… La domanda sorge spontanea: ”come siamo arrivati a commissionare un’opera pubblica palesemente cringe?”.
La statua dell’Arcuri è stata collocata sul lungomare di Porto Cesareo nel 2002, in piazza Nazario Sauro e nel corso degli anni, nonostante le numerose polemiche, è diventata un vero e proprio punto di riferimento turistico.
Il comune Pugliese infatti, famoso per il bellissimo mare e per gli eccellenti ristoranti di pesce, vanta un gran numero di turisti che nel periodo estivo, decidono di passare le vacanze nelle limpide acque salentine.
Numerose negli anni sono state le petizioni per tentare di far rimuovere la statua. Le ”dicerie” raccontano che le maggiori fautrici delle problematiche riguardanti il lavoro di De Matteis, furono le mogli dei pescatori, troppo gelose delle forme prorompenti della scultura.
Nel 2010 l’opera sgradita fu finalmente spodestata, ma solo fino a 2012. Infatti, nonostante la popolazione abbia richiesto un’opera raffigurante la Madonnina del mare, dopo solo due anni ha visto invece tornare indietro la stessa identica statua. Oltre il danno la beffa.
Ovviamente, la bravura o il fascino dell’attrice sono fuori discussione, ma il punto centrale è diverso: l’Italia è vista dal resto del mondo come un ‘monumento alla bellezza‘, la ‘terra dell’arte‘, eppure la verità è che, come abbiamo appena visto, spesso mancano criteri fondamentali nella valutazione delle opere artistiche. Di fatto, la commissione per le stesse è affidata a amministratori locali privi di gusto estetico o sprovvisti dei concetti basilari riguardanti i beni culturali.
Tutto ciò avviene in un paese dove gli ulivi e l’olio extravergine di oliva rappresentano simboli di una tradizione e di un’eccellenza che meritano la stessa attenzione e cura riservata alle nostre opere d’arte.
La scultura oggi vanta la superficie annerita è il naso rotto, ciò nonostante continua a essere la protagonista del lungo mare di Porto Cesareo.
L’attrice, all’apice della sua carriera tra la fine degli anni novanta e i primi 2000, ha recitato in numerose fiction e cinepanettoni, oltre ad aver partecipato a una edizione del Festival di Sanremo nel 2002.
Oggi, è meno presente sui piccoli schermi, infatti nel 2014 dopo essere diventata mamma del piccolo Mattia, ha lentamente preso le distanze dal mondo dello spettacolo, a causa non solo, di alcuni spiacevoli avvenimenti nell’ambito del lavoro, ma anche per il fallimento della sua casa di produzione.
Ciò nonostante, di tanto in tanto la vediamo come ospite nei talk italiani, a parlare della sua carriera da attrice, qualche gossip e del matrimonio imminente con lo storico compagno Giovanni Digianfrancesco.
Voi conoscevate tutti questi avvenimenti? Siete pronti per un selfie con la sua statua a Porto Cesareo?
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