Il Salento, e meglio la regione della provincia di Lecce e, per alcuni, anche parte di quella brindisina, ha diverse peculiarità naturali che rendono questa terra unica al mondo e non solo per la pietra leccese.

Fra gli ulivi, la terra rossa, i papaveri, gli alberi da frutto, v’è un altro prezioso gioiello della natura, versatile a tal punto da divenire una delle risorse più preziose per l’economia locale.

Stiamo parlando della Pietra Leccese o Pietra di Lecce (in dialetto leccisu) “chianca leccese”, ovvero un’arenaria tipica del Salento, una roccia calcarea estratta principalmente nell’entroterra leccese.

Passeggiando per i vicoli della meravigliosa città di Lecce infatti, potrete notare come tale pietra, grazia alla sua plasmabilità e facilità di lavorazione, ha permesso di scrivere, la storia del Barocco.

la facciata di piazza duomo a lecce

La facciata di piazza duomo a Lecce

Fra le opere di maggior spessore culturale e artistico, potrete indubbiamente ammirare la splendida Basilica di Santa Croce (1548-1646) o il Duomo (1659-1670) di Lecce.

Vi sono però numerosissimi monumenti, chiese, palazzi, opere, interamente in pietra leccese, che rendono alla città quell’inconfondibile colore, e ci regalano un barocco unico nel suo genere.

Questa pietra affiora dal terreno un po’ in tutto il territorio salentino. In particolare nei pressi dei comuni di Melpignano, Cursi e Maglie e Corigliano d’Otranto dove sono presenti la maggioranza delle cave. In tempi antichi, l’estrazione avveniva direttamente a mano, grazie al lavoro e all’esperienza dei “cavamonti”, operai esperti del territorio che individuavano le zone più ricche di questa pietra salentina.

Per quanto concerne l’estrazione di questa pietra dalle cave cosiddette “a cielo aperto”, sono necessari determinati macchinari, che hanno il pregio di poter intagliare i blocchi in modo estremamente preciso.

Questa pietra affiora dal terreno un po’ in tutto il territorio salentino.

In particolare nei pressi dei comuni di Melpignano, Cursi e Maglie e Corigliano d’Otranto dove sono presenti la maggioranza delle cave. In tempi antichi, l’estrazione avveniva direttamente a mano, grazie al lavoro e all’esperienza dei “cavamonti”, operai esperti del territorio che individuavano le zone più ricche di questa pietra salentina.

Per quanto concerne l’estrazione di questa pietra dalle cave cosiddette “a cielo aperto”, sono necessari determinati macchinari, che hanno il pregio di poter intagliare i blocchi in modo estremamente preciso.

La lavorazione della pietra leccese

La prima fase è detta decespugliamento, e consiste nella rimozione del terreno vegetale, comprese le piante, sino allo strato di roccia. Ciò avviene con l’ausilio di escavatori a pale meccaniche gommate e cingolate. In seguito avviene lo sbancamento, e meglio l’eliminazione del primo strato di roccia madre, il cappellaccio.

In determinati casi si rende necessario l’utilizzo di esplosivi, qualora lo strato sia estremamente duro, altrimenti saranno sufficienti le pale. Segue la fase del livellamento, con macchine elettriche da taglio come la scalzatrice e la intestatrice.

Al termine di tale lunga operazione vi è la lavorazione vera e propria.

Tale roccia si compone principalmente di carbonato di calcio, costituito da microfossili e frammenti di macrofossili di fauna marina, e di cemento calcitico e argilla.

Muro in pietra leccese

Muro in pietra leccese

Si presenta di colore bianco/giallo paglierino o grigio, compatta e di grana fine. La colorazione varia a seconda del punto di estrazione e della concentrazione dei suoi componenti chimici.

Grazie alla presenza di argilla, come anticipato, e facilmente plasmabile. Tale plasmabilità la contrappone al marmo o al granito, e la favorisce nel suo utilizzo quale elemento decorativo e ornamentale, ma anche artistico.

Ciò che distingue la pietra leccese da un’altra pietra della zona, il carparo, è la composizione dei composti chimici al suo interno.

La prima è infatti decisamente più fine, mentre il carparo ha un aspetto più grezzo e un colore più scure. Il “leccisu” è dunque da sempre apprezzato da artisti e artigiani ed è stato usato da scultori ed architetti di epoche passate, come Giuseppe Cino e Giuseppe Zimbalo, maestri del Barocco salentino.

Alcuni oggetti in pietra leccese che realizziamo.

Ancora oggi è possibile ammirare tutto lo splendore di capitelli, sculture, rosoni e fregi di importanti Chiese, come la Chiesa di Santa Croce e il Duomo di Lecce.

La pietra leccese o anche pietra salentina, cosi come il carparo, vengono anche impiegati per realizzare vasi e fioriere, piccoli soprammobili e complementi d’arredo e pavimenti.

Inoltre meravigliose lampade e applique pietra leccese, che conferiscono un tocco di classe agli interni e agli esterni di un’abitazione o di un locale pubblico.

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